Nel contesto economico e legislativo italiano, le associazioni professionali come Anfia e Aniasa avevano riposto speranze negli emendamenti proposti per la legge di bilancio 2025. Questi avrebbero introdotto nuove aliquote di fringe benefit a partire dal 30 giugno 2025, con particolare enfasi su veicoli a motore termico e ibridi full. Tuttavia, la Ragioneria dello Stato ha respinto tutti gli emendamenti per evitare una perdita stimata di 8 milioni di euro nei conti statali. Secondo le previsioni di Aniasa, queste modifiche avrebbero potuto ridurre del 30% le immatricolazioni di auto noleggi a lungo termine nel 2025 e diminuire del 20% gli acquisti aziendali, causando un calo di entrate per l’Erario e gli Enti Locali pari a 125 milioni di euro.
Nel bel mezzo dell'autunno dorato, mentre i legislatori discutevano le nuove aliquote di fringe benefit, è emerso che le modifiche sarebbero state drastiche. Le aliquote precedenti erano basate sulle emissioni di CO2, ma le nuove regole introducono un sistema basato sul tipo di alimentazione del veicolo. In dettaglio:
Queste modifiche, secondo esperti del settore, potrebbero avere un impatto significativo sul mercato. Le aziende e i gestori di flotte prevedono di allungare i contratti esistenti o cambiare i modelli già scelti, rischiando penalità o aumenti dei costi operativi.
In questo scenario, Stefano Sirocchi, commercialista specializzato, ha suggerito una possibile soluzione: stipulare contratti anticipati prima della fine del 2024. Secondo l'articolo 1321 del Codice Civile, un accordo può essere valido anche se stipulato prima della disponibilità del bene, garantendo così la validità del contratto nonostante le future modifiche legislative.
Dal punto di vista di un osservatore attento, queste novità rappresentano un momento cruciale per il settore automobilistico italiano. L'introduzione di aliquote basate sul tipo di alimentazione dei veicoli invia un segnale forte verso la transizione energetica. Le aziende e i lavoratori dovranno adattarsi rapidamente a queste nuove regole per minimizzare gli impatti economici. La soluzione proposta da Sirocchi offre un barlume di speranza, ma restano aperte domande su eventuali interventi da parte dell'Agenzia delle Entrate o del legislatore per chiarire ulteriormente la situazione.